PIEGHE
Il progetto consiste nell’introdurre nuovamente gli scarti produttivi delle aziende specializzate nella lavorazione dei tubolari metallici, per ridurre laddove questo risulta fattibile sprechi dal punto di vista materiale ed energetico.
In tal modo, ciò che spesso viene considerato nei tanti cimiteri delle macerie industriali materiale residuale inutile, acquista valore attraverso la sperimentazione di oggetti imprevisti, perché derivati dalla produzione di altri beni che non consideravano ulteriori possibilità.
In questo senso, Pieghe induce a farci pensare alle infinite possibilità della grande quantità di materiale residuale che quotidianamente in maniera automatica viene accatastato, quando invece potrebbe essere trasformato in una molteplicità infinita di beni utili, allungando il ciclo vitale della materia fino all’ultimo frammento.
L’approccio progettuale potremmo dire che è di tipo inverso, nel senso che l’idea non nasce da un bisogno e quindi dallo sviluppo di un oggetto capace di soddisfarlo, bensì a partire dalla conseguenza generata dalla realizzazione di altri beni, ricercando nuovi significati da attribuire alle forme trovate.
Pieghe quindi è il risultato di una ricerca di questo tipo, e consiste in una collezione di vasi candelieri dalle linee estremamente semplici. Gli oggetti metallici sono scarti di semilavorati tubolari a sezione circolare e rettangolare in fine verniciati.
Le azioni progettuali sono minime, semplicemente tagli e pieghe laddove ritenuto opportuno per raggiungere le forme funzionali prefissate, evitando ove possibile perfino saldature, coerentemente con l’idea metodologica che consiste nella riduzione estrema delle azioni progettuali e di lavorazione in relazione ad un utilizzo responsabile delle risorse energetiche.